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 Epilessia e dubbi

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MessaggioTitolo: Epilessia e dubbi   Epilessia e dubbi EmptyLun 24 Mag 2010, 21:09

Gentile Dottore, ho letto le risposte che ha dato ad un'altra ragazza in proposito.
Io sono epilettica dall'età di 11 anni ( dapprima in cura con GARDENALE, crisi un paio di volte l'anno, poi dopo 2 anni ,essendo nello sviluppo e per gli effetti pesanti che aveva su capelli e altro, passata al Depakin, e questo l'ho mantenuto fino a 3 anni fa (ora ne ho 37), quando manifestando al mio neurologo il desiderio di rimanere incinta, mi ha sconsigliato il Depakin x una gravidanza, riportandomi alla cura col Gardenale).
Premetto che crisi non ne ho più avute ,da ben 9 anni, e comunque da adulta erano forse una all'anno o meno.
Quello che vorrei sapere è se questa cura prolungata può aver influito sulla mia capacità di procreazione, oltre che sul peso (sovrappeso fin da ragazza, peggiorato dall'ipotiroidismo, subito curato con Eutirox e tuttora in cura) e sui problemi di peluria al viso , ancora presenti, anzi peggiorati?
E riallacciandomi al quesito di qualcun altra, potrei passare l'epilessia ad un figlio? (il mio compagno è molto preoccupato al riguardo)
Scusi la molteplicità di domande, grazie.
Giovanna
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dottor.raviglione
Neuropsichiatra infantile



Messaggi : 42
Data d'iscrizione : 30.03.10

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MessaggioTitolo: Re: Epilessia e dubbi   Epilessia e dubbi EmptyMar 25 Mag 2010, 13:03

Cara Giovanna,
faccio subito una premessa: è molto importante per chi soffre di epilessia avere un rapporto di fiducia con il proprio neurologo o neuropsichiatria, avere bene in mente la storia e l’andamento clinico del tipo di epilessia e del tipo, frequenza e gravità delle crisi epilettiche. L’argomento Epilessia e gravidanza è un tema complesso che richiede collaborazione, pazienza e ottimo rapporto medico-paziente e interazione fra più specialisti ( neurologo, ginecologo,neonatologo, pediatra). Detto ciò proverò a risponderle. Partiamo con le domande: come mai dopo 11 anni è ancora in terapia con un farmaco antiepiletttico? Se ho ben capito ha iniziato a presentare crisi in adolescenza: di che tipo di epilessia soffre? Quali e quante crisi presentava in un anno? Quali farmaci, a parte quelli elencati, ha provato? Se da 9 anni non ha più crisi, con il suo neurologo, ha mai affrontato la possibilità di sospendere la terapia?
Cerco di rispondere al resto, non sarò breve. Intanto le mando questo link della L.I.C.E ( Lega Italiana contro l’Epilessia) di cui sono socio, dedicato a chi soffre di epilessia e vuole iniziare gravidanza: http://www.lice.it/LICE_ita/lineeguida/pdf/ConsensusConferenceGravidazaEpilessia2007.pdf
Allora:
-Rispetto alla popolazione generale il tasso di fertilità sembra lievemente ridotto in donne che soffrono di epilessia
-L’acido Valproico può causare problemi endocrinologici con amenorrea, aumento di peso, aumento di testosterone, sindrome dell’ovaio policistico ( forse è per questo che ha peluria. Ha fatto controlli in tal senso?) e può causare problemi di infertilità.
-L’epilessia può peggiorare in gravidanza e può causare problemi al feto: deve essere ben controllata; dipende anche da tipo di crisi ed epilessia.
-La gravidanza può modificare assorbimento, metabolismo ed efficacia dei FAE ( farmaci antipeilettici)
-Nella popolazione generale l’incidenza cumulativa di epilessia è dell’1%; il rischio che una donna ha di trasmettere l’epilessia al proprio figlio è del 4-5% e, più precisamente del 2-3% nelle epilessie focali e fino al 7-10% nelle epilessie generalizzate idiopatiche. Il rischio inoltre aumenta se più membri della famiglia sono affetti arrivando al 25% se entrambi i genitori sono epilettici.
-Sia le malformazioni congenite maggiori, che le malformazioni minori , si manifestano con maggiore frequenza nei nati da donne con epilessia rispetto alla popolazione generale. Tale incremento riconosce un origine multifattoriale. Tuttavia l’uso di farmaci antiepilettici è quello più strettamente legato all’aumentata incidenza di malformazioni che risulta essere di 2-3 volte superiore al rischio della popolazione generale. Il rischio malformativo (malformazioni maggiori) è del 4-6% nelle donne che assumono un solo farmaco antiepilettico (2-3% nella popolazione generale); può arrivare fino al 10% nelle pazienti in politerapia soprattutto con acido valproico.
I tipi di malformazioni maggiore che vengono riportati con maggiore
frequenza nei nati da madre con epilessia sono :
- labio-palato-schisi
- cardiopatie congenite (in particolare DIV, e stenosi polmonare); più frequente con barbiturici
- difetti del tubo neurale (DTN): in particolare spina bifida , riportata nel 1% delle donne in terapia con VPA (acido valproico) e nello 0,5% di quelle in terapia con CBZ (carbamazepina) contro lo 0,05% dei controlli nati nel nostro paese.
- difetti genito-urinari (in particolare ipospadia)
L’acido valproico è gravato da un maggior rischio teratogeno quando utilizzato in politerapia.
E’ utile ricordare che attualmente non esiste il farmaco antiepilettico “ideale per la gravidanza” ovvero privo di qualsiasi rischio in particolare di quello teratogeno. Il farmaco va somministrato al dosaggio minimo efficace.
-La letteratura è unanime nell’affermare che non esistono aumentati rischi di complicanze della gravidanza, del parto e del puerperio in soggetti epilettici.
-Una crisi generalizzata tonico-clonica in gravidanza, a parte il rischio connesso al trauma della eventuale caduta, può comportare una ipossia, una alterazione dell’equilibrio acido-base (acidosi lattica) e una riduzione del flusso ematico uterino che possono determinare una riduzione della frequenza della frequenza cardiaca fetale.
Comunque, a parte le premesse sopra esposte, la probabilità di avere un bambino normale in donne con epilessia in trattamento antiepilettico è comunque superiore al 90% e l’assunzione di farmaci antiepilettici non rappresenta una controindicazione a iniziare e portare a termine una gravidanza Nessuno dei FAE può essere ritenuto sicuro. La terapia antiepilettica dovrebbe essere ottimizzata almeno sei mesi prima del concepimento. La riduzione o la sospensione della terapia a gravidanza iniziata è inutile (in quanto eventuali anomalie congenite si instaurano molto precocemente) e pericolosa, poiché le crisi, pur non aumentando il rischio di malformazioni congenite, possono danneggiare la salute materna e fetale. L'importanza di una adeguata compliance, pertanto, deve essere enfatizzata. Inoltre il rischio globale di anomalie fetali deve essere valutato nel contesto di tutti i fattori di rischio individuali (patologie materne concomitanti, esposizione ad altri fattori potenzialmente teratogeni) e familiari (casi di malformazioni congenite nei familiari). Le consiglio,quindi, di parlare ancora con il suo neurologo, se qualcosa non fosse chiaro, ed insieme decidere la terapia e la strategia farmacologica e non più appropriata.
A presto,
dr.F.Raviglione
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