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 "Marcatori tumorali Ca 125 Ca 15-3 Ca 19-9 correlazioni con la dieta glucidica" di Daniela Pelotti

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MessaggioTitolo: "Marcatori tumorali Ca 125 Ca 15-3 Ca 19-9 correlazioni con la dieta glucidica" di Daniela Pelotti   "Marcatori tumorali Ca 125 Ca 15-3 Ca 19-9 correlazioni con la dieta glucidica" di Daniela Pelotti EmptyMer 28 Nov 2012, 15:01

Testo tratto da http://www.pelotti.altervista.org
MARCATORI TUMORALI Ca 125 Ca 15-3 Ca 19-9 CORRELAZIONI CON LA DIETA GLUCIDICA

Daniela Pelotti, Ginecologa in Milano e Bologna

I marcatori tumorali della serie mucinica, i cosiddetti antigeni carboidrati CA 125, CA 15-3, CA 19-9, sono dosati utilizzando specifici anticorpi e sono usati come marker per i tumori della mammella, dell'endometrio e dell'ovaio, da soli o in combinazione. Tuttavia questi marcatori tumorali usati soprattutto nell'oncologia ginecologica, sembrano insufficienti a discriminare tra patologia benigna e maligna poiché livelli sierici alti sono presenti anche in alcune pazienti con patologia non maligna o sane. Questi antigeni sono usati anche per determinare la ricorrenza del tumore dopo terapia. Nell'ambito del mio lavoro ho constatato che esiste correlazione tra valori elevati di questi marcatori tumorali ed uno stato di infiammazione cronica intestinale causato da una dieta ricca in carboidrati come gli amidi dei cereali, in individui geneticamente predisposti. Pazienti con aumentati livelli sierici di questi marcatori tumorali, dopo un mese di dieta priva di amidi di cereali, mostrano la normalizzazione dei livelli sierici di questi marcatori. L'instaurarsi della dieta ha determinato la normalizzazione dei livelli ematici degli antigeni carboidratici anche nei casi in cui raggiungevano livelli elevati: ciò può avvenire in tempi variabili dall'inizio della dietoterapia probabilmente in relazione al grado di colite individuale ed all'assiduità  nel seguire la dieta.
Questa correlazione potrebbe far luce sull'eziologia ancora sconosciuta dei tumori della mammella, dell'endometrio e dell'ovaio ed una dieta priva di cereali soprattutto con glutine e gli zuccheri potrebbe essere la prevenzione primaria.
Precedenti lavori avevano già associato fattori dietetici con rischio di sviluppo di cancro della mammella, dell'endometrio e dell'ovaio 4-5-6, questi lavori mettevano però in correlazione rischio di tumore con una dieta ricca in grassi.

MATERIALE E METODO
Ho studiato 100 donne d’età compresa tra 22 e 76 anni, con valori sierici elevati di almeno uno dei marcatori tumorali CA 125, CA15-3, CA 19-9, dal periodo 1990 al 2004, che hanno frequentato il mio studio medico. Settantuno erano ancora mestruate, e ventinove erano in postmenopausa. I dosaggi dei marcatori tumorali non sono stati effettuati subito prima o durante la mestruazione.
Queste pazienti con valori di almeno uno dei marcatori tumorali al di sopra di 25 U/ml, erano così caratterizzate:
30 apparentemente sane.
5 con patologia tumorale mammaria in atto
13 operate per cancro mammario da più di un anno
4 con diagnosi di carcinoma dell'endometrio
2 con carcinoma ovarico
3 operate da più di un anno di cancro ovarico
43 con diagnosi di endometriosi, adenomiosi, neoplasie ovariche benigne, malattia infiammatoria pelvica.
Per ogni paziente è stata compilata una cartella clinica che raccoglieva i dati anamnestici personali e familiari, le abitudini alimentari, gli esami ematochimici routinari. Tutte le pazienti sono state monitorate con ecografia degli organi pelvici ed addominali, della tiroide e del seno. I dati raccolti hanno evidenziato un fattore comune a tutte le pazienti: la presenza d’intenso meteorismo intestinale all'indagine ecografica pelvica ed addominale. Un’accurata anamnesi rivelava che tutte soffrivano di patologie gastrointestinali riferibili a colite, gastrite, dispepsie o “colon irritabile”7.
Tutte le pazienti hanno acconsentito a seguire una dieta alimentare per correggere lo stato di colite.
La dieta consiste nell'assunzione a sazietà di proteine di carne e di pesce, di frutta e verdure ed esclude totalmente l'assunzione di cereali ( grano, riso, mais, farro, ecc).

RISULTATI
Inizialmente le pazienti hanno trovato difficoltà nel seguire e mantenere la dieta. Dopo le prime difficoltà, le pazienti stesse hanno esaltato questo tipo di dieta per il senso di benessere e di miglior efficienza fisica riscontrato.
Dopo un mese di dieta stretta, tutte hanno avuto la remissione completa dei sintomi tipici di colite e ne hanno verificato la ricomparsa in occasione di disordini alimentari. Durante la dieta, l’indagine ecografica addominale evidenziava riduzione del meteorismo tipico segnale indicativo di colite. All’esame ecografico le immagini degli organi pelvici ed addominali erano più nitide.
I dosaggi dei livelli sierici degli antigeni carboidratici CA 125, CA 15-3, CA 19-9, dopo un mese di dieta stretta, si sono normalizzati completamente per le pazienti senza patologia in atto. Per le pazienti con patologia tumorale maligna in atto si sono solo abbassati. Per queste i valori sono rientrati nella norma solo dopo l’asportazione chirurgica della massa tumorale.
Le 30 pazienti apparentemente sane, con la sola dieta hanno ottenuto dosaggi al di sotto del limite della norma.
Per le 13 pazienti operate per cancro mammario da più di un anno e le 5 operate da più di un anno di cancro ovario, i valori alterati sono rientrati nella norma con la sola dieta.
Per le 12 pazienti con diagnosi di cisti endometriosica, i valori si sono abbassati con la dieta, e si sono normalizzati solo dopo terapia chirurgica.
I valori alterati si sono normalizzati anche per le restanti 32 pazienti a dieta, di cui 15 con fibromatosi e adenomiosi dell’utero, 10 con cisti ovariche a contenuto liquido semplici o settate, 5 con massa cistica benigna a contenuto misto, 2 con malattia infiammatoria pelvica. Per alcune di queste pazienti con sintomatologia dolorosa è stata associata una terapia antibiotica.
I valori degli antigeni carboidrati si sono normalizzati anche persistendo le cisti ovariche benigne. Due pazienti entrambe con cisti ovarica semplice oltre la normalizzazione degli antigeni carboidrati hanno avuto la scomparsa completa della massa cistica solo con la dieta.
I dati raccolti fanno pensare che le variazioni dei livelli sierici degli antigeni carboidratici siano significativamente correlati all'intensità ed alla durata di esposizione allo stato di colite causato dagli amidi dei cereali.
L'instaurarsi della dieta ha determinato la normalizzazione dei livelli ematici degli antigeni carboidratici anche nei casi in cui il dosaggio raggiungeva livelli elevati: ciò può avvenire in tempi variabili dall'inizio della dietoterapia probabilmente in relazione al grado di colite individuale ed all'assiduità nel seguire la dieta.

CONCLUSIONI
Gli antigeni carboidratici CA 125, CA 15-3 e CA 19-9, si trovano elevati nel sangue di pazienti sia apparentemente sane che con patologie infiammatorie benigne e, con maggior frequenza, in pazienti con patologie maligne. Sono usati come indicatori tumorali, soprattutto in campo ginecologico, ma non tutte le pazienti con tumore dell'apparato ginecologico mostrano indici elevati di questi marchers tumorali. Poiché la loro concentrazione nel sangue dipende, per alcune pazienti, dalla quantità e frequenza di assunzione di carboidrati composti come gli amidi dei cereali, si può presupporre che per queste pazienti, geneticamente predisposte, l'assunzione di questi alimenti comporti uno stato infiammatorio cronico intestinale con passaggio di macromolecole nel sangue.
Questi marchers tumorali quindi possono indicare semplicemente la presenza di uno stato di colite cronica. Uno stato di colite cronica potrebbe determinare una condizione di infiammazione ovarica e conseguente iperstimolazione ipotalamica con rischio di patologia ovarica. L'infiammazione ovarica può causare iperestrogenismo che può costituire un rischio per il tessuto mammario ed endometriale. Lo stato di colite inoltre altera i processi di assimilazione di sostanze ed elementi necessari al corretto funzionamento del sistema immunitario il cui equilibrio è determinante per la prevenzione di tante patologie compresa quella tumorale.
Quale può essere quindi la correlazione antigeni carboidratici e cancro?

BIBLIOGRAFIA
1. Einhorn N, Knapp RC, Bast RC, Zurawski VR Jr. CA 125 assay used in conjunction with CA 15-3 and TAG-72 assays for discrimination between malignant and non-malignant diseases of the ovary. Acta Oncol 1989;28:655-7.
2. Niloff JM, Bast RC Jr, Schaetzl E, Knapp RC. Predictive value of CA 125 antigen levels at second-look procedures in ovarian cancer. AM J OBSTET GYNECOL 1985;151:981-6.
3. Lehtovirta P, apter D, Stenman U-H. Livelli sierici di CA 125 durante il ciclo mestruale. Br J Ostet gynecol 97:930-933, 1990.
4. Margaret K. Hargreaves, Maciej S. Buchowski, Robert E. Hardy, Susan R. Rossi. Dietary factors and cancers of breast, endometrium, and ovary: Strategies for modifying fat intake in African American women..Am J Obstet Gynecol 1997;176:S255-64.
5. Willett WC, Hunter DJ, Stampfer MJ, et al. Dietary fat and fiber in relation to breast cancer—an 8-year follow-up. JAMA 1992;268:2037-44.
6. Barrett-Connor E, Friedlander NJ. Dietary fat, calories, and the risk of breast cancer in postmenopausal women: a prospective population-based study. J Am Coll Nutr 1993;12:390-9.
7. NandaR., James R..et al. Food intolerance and the irritable bowel syndrome. Gut, 30: 1099-104,1989.
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