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 Pasticcio eterologa: a due anni dal via libera è ancora al palo

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MessaggioTitolo: Pasticcio eterologa: a due anni dal via libera è ancora al palo    Pasticcio eterologa: a due anni dal via libera è ancora al palo  EmptyVen 01 Apr 2016, 18:09

Due anni fa l’ok della Consulta alla fecondazione con donatore esterno alla coppia. L’ospedale pronto da subito, ma scoppia il caso Lombardia con il super ticket. Da allora tra sentenze e ricorsi non è mai decollata
MANTOVA. Si può fare da due anni, dal 9 aprile 2014 quando la Corte Costituzionale abolì il divieto di fecondazione eterologa contenuto della legge 40 varata dieci anni prima. Ma da quel giorno in cui la normativa ha consentito la procreazione medicalmente assistita anche al di fuori della coppia e con il contributo di un donatore, al Carlo Poma l’eterologa è rimasta un miraggio. Praticamente al palo, nonostante le molte richieste.

E pensare che nei giorni successivi alla sentenza della Consulta all’ospedale di Mantova si era già formata una discreta fila di prenotazioni, con coppie che quasi contestualmente avevano annullato il viaggio all’estero nei Paesi dove l’eterologa era consentita da anni. Tutta colpa del solito pasticcio italiano, dove tra sentenze, ricorsi e controricorsi la possibilità di diventare genitori tramite un donatore esterno è diventato un vero e proprio rebus.

«Nel nostro centro – spiega il responsabile della procreazione medicalmente assistita del Poma, Massimo Bertoli – l’eterologa si può fare, però in pratica non la facciamo. Primo perché mancano i donatori, secondo non sappiamo ancora quanto e se dobbiamo farla pagare».

Due problemini non da poco. Sì, perché se da un lato scarseggiano i donatori di ovociti e spermatozoi, dall’altro la confusione amministrativa sui costi che si è creata in Lombardia ha lasciato tutti con un bel punto interrogativo. «Insomma – continua Bertoli – siamo in una situazione di stallo. E pensare che la Lombardia potrebbe essere la leader in questo settore. Ma io che cosa posso dire ai pazienti? Le tecniche ci sono, ma non so quanto devo far pagare».
L’iter del via libera in Italia all’eterologa ha avuto un percorso piuttosto tortuoso, soprattutto dopo l’ok della Corte Costituzionale. Era aprile 2014 quando la Consulta sbriciolò il mattone più grande della legge 40 giudicando illegittimo il divieto di fecondazione eterologa, ossia con l'utilizzo di seme o ovulo provenienti da un donatore esterno alla coppia.

Sino a quel momento nelle strutture pubbliche si poteva praticare solo l'omologa (donazione nell'ambito della coppia). Pochi mesi dopo la Lombardia fissa le linee guida dell’eterologa caricando sui richiedenti il costo di un super ticket da 1.500 a 4mila euro.

Parte il ricorso al Tar. Nell’autunno 2015 i giudici amministrativi lo accolgono, dichiarando illegittima la decisione di far pagare l’eterologa alle coppie perché in questo modo creerebbe un’ingiustificata disparità di trattamento rispetto a chi accede alla fecondazione omologa a carico del sistema sanitario nazionale. E sospende la delibera regionale. Un mese dopo la regione Lombardia presenta ricorso al Consiglio di Stato. E arriviamo ai giorni nostri, in cui i centro specializzati pubblici lombardi non sanno più come comportarsi.

E le coppie continuano a telefonare e chiedere informazioni, ricevendo risposte vaghe, e non certo per colpa degli ospedali. Mentre altrove, nelle altre regioni, non certamente alla velocità della luce, l’eterologa avanza, a volte gratuita o al massimo con un costo fra i 300 e i 500 euro. E i lombardi hanno ripreso a valutare la soluzione estera.
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