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 La mia storia.....

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MessaggioLa mia storia.....

Tutti dicevano che sarebbe stato facile: vedrai appena ci provate rimarrai incinta.
Nella famiglia di mio marito fanno figli con la facilità con cui si prende una tazza di caffè, quelle che non sono incinte hanno appena partorito e allattano stirpi di maschi a loro volta fertilissimi, io avevo cicli perfetti e millimetrici e l’utero più bello del mondo secondo i ginecologi, quale poteva essere il problema?
Per questo quando mi sono resa conto che passavano i mesi mi sono allarmata, la mia dottoressa diceva che ero esagerata e che fino a un anno non c’era nemmeno da preoccuparsi di fare esami. Alla fine si è arresa alla mia insistenza: spermiogramma per lui ed eco per me. Il dottore che mi ha fatto l’eco cantava e diceva: finalmente un utero come si deve, anzi vede? Ha un follicolo pronto a scoppiare corra a casa e vedrà che tra qualche mese ci ritroveremo per ben altre eco…lo spermiogramma? Un disastro totale. Pochi, brutti e lenti, insomma un’ecatombe.
E’ iniziato il periodo degli accertamenti, andrologo, analisi, altri spermiogrammi, l’eco color doppler. Un intervento di varicocele, ma solo “per aumentare di qualche unità in modo da poter fare una ICSI, non illudetevi”. E poi il centro pma.
Alla prima visita mi dicono senza mezzi termini che ho poche uova “signora dovete affrettarvi, avete entrambi pochi gameti” e chi ci aveva mai pensato? In un turbine di pensieri affrontiamo analisi del sangue, accertamenti diagnostici, visite e facciamo tutto in un mese e mezzo, il dottore si complimenta con me. Gli dico che sono un tipo organizzato, lui ribatte: signora lei è un tipo DETERMINATO, questa sarà la sua arma migliore.
Quattro stimolazioni in pochi mesi per produrre sempre poco, che con gli spermatozoi messi così veniva per lo più sprecato, in due tentativi non abbiamo fatto nemmeno il transfer per mancata fecondazione.
Al secondo transfer il miracolo: beta positive!! Ma bassissime. La chiamano gravidanza biochimica. Tutto è finito in pochi giorni, ma per i medici il segno era ottimo e significava che potevo farcela. Peccato che alla stimolazione dopo gli ovociti non si sono fecondati.
A quel punto ho detto basta, ritenevo di aver fatto la mia parte e di aver tentato il “tentabile”…era il momento di passare oltre. Ho detto a mio marito che era il caso di partire per l’estero, ma quando gli ho fatto capire che ENTRAMBI necessitavamo di un aiuto apriti cielo!! È stata durissima…ma alla fine ha capito e accettato, a patto che non si dicesse in giro….a me francamente non importava affatto che gli amici pensassero che eravamo ricorsi solo a una donatrice…e siamo quindi partiti per Malaga.
Le possibilità erano altissime e anche le nostre aspettative, al primo transfer mi sentivo super incinta. Le beta purtroppo furono negative: 0,17, ancora mi ricordo il numero esatto. Di corsa programmo un nuovo transfer, avevo dei congelati e quindi la questione era più semplice. Stavolta sono premiata: rimango incinta, anche se all’inizio le beta crescono in modo strano.
Alla settima settimana, mentre ero tranquillamente seduta in poltrona sento un fiotto caldo…sangue rosso!! Di corsa al pronto soccorso, passo una notte di emorragia, ricoverata nel reparto con le partorienti felici e soddisfatte che telefonano continuamente ai parenti per raccontargli il loro parto, le infermiere che se ne fregano di me e del mio dolore, in sala operatoria mi perdono addirittura una scarpa e mi prendono in giro quando dico che mi serve per andare a far la visita per la dimissione. Scendo allora dal letto scalza e inizio ad attraversare il corridoio così. A quel punto si vergognano e hanno paura di quel che posso raccontare al dottore, così improvvisamente la mia scarpa ricompare. Taccio delle scortesie, delle umiliazioni, del dolore che ho provato. Taccio di quanto mi sono sentita maltrattata, non capita, di come non esista calore umano ed empatia, di come le ragazze che avevano il bagno in comune con me si siano lamentate perché a causa dell’emorragia avevo riempito il secchio di pannoloni, dell’infermiera della sala operatoria che ridendo mi ha detto: ma che ti piangi? Tra 40 giorni ci riprovi…ma che ne sai della mia vita? avrei voluto dirle…questo era il mio bambino, avuto dopo tanta fatica e tanto dolore, lo chiamavo Raggiodisole e quel giorno il mio cuore è morto un po’ con lui, che all’arrivo al pronto soccorso ho visto nello schermo col cuoricino che batteva forte.
Dopo qualche mese, sono di nuovo in pista, si torna a Malaga, non posso fermarmi, lo devo a Raggiodisole. Prima di partire una dolorosissima isteroscopia post aborto mi conferma che ho un utero fantastico, perfetto, pronto per una gravidanza. Stavolta incappo in un nuovo biochimico, ma le beta crescono ogni giorno, piano piano, inesorabili. Da 22 arrivano a 132 e nel mezzo faccio 8 prelievi di sangue. Niente da fare nemmeno stavolta, ma per azzerare le beta e poter ripartire ci metto due mesi.
A febbraio del 2011 vado a prendere i miei due congelati. Si risvegliano perfetti e vitali, appena fuori dal congelatore riprendono subito a svilupparsi. L’utero è stato preparato in modo perfetto, la mia dottoressa ha fatto un lavoro egregio, la terapia è quella giusta. Faccio le beta il 4 marzo: 276. Mi metto a piangere per la strada, davanti a tutti. Un vecchietto mi guarda con aria triste: probabilmente ha pensato a una cattiva notizia. Dopo tre giorni le beta salgono a 1074!! Ora dobbiamo solo aspettare l’eco di conferma.
Una mattina ho perdite rosso scuro, prendo un taxi e vado al pronto soccorso: si vedono due camere gestazionali, ben attaccate, tutto a posto, probabilmente l’utero si allarga e qualche capillare si è rotto, sentenzia la ginecologa. Gli embrioni ancora non si vedono ma era davvero troppo presto. Alla prima vera eco la sorpresa: in una delle due camere l’embrione si è sdoppiato, ora aspetto tre pupetti, due omozigoti identici e un eterozigote!! Tutti col loro cuoricino pulsante che sembrava dirmi: mamma siamo qui!!! Mia madre si sente male, io ho un riso isterico e felice, inizio a preparare tutto, ormai con le perdite ci ho fatto il callo, so che tutto va bene e quindi rinforzo la terapia di progesterone e continuo tranquilla…sono spietata e pronta, una mattina addirittura mi faccio un’intramuscolo da sola e mi rimetto a letto ad aspettare che passi. Per i miei figli sono una tigre pronta a qualsiasi attacco e sacrificio.
Mi fanno eco tutte le settimane, la cosa è delicata, specie per i due omozigoti. Che al secondo mese si fermano insieme, lasciando solo il terzo fratellino. Poveri cuccioli vederli lì col cuoricino fermo…si sono riassorbiti senza dar noia, dando chance al fratello di crescere e nascere, senza disturbarlo o metterlo in pericolo.
A novembre nasce Diego, un gigante di 56 cm e più di 4 chili, il più grande successo della mia vita, credo l’unica cosa veramente meravigliosa che ho fatto, l’eternità dell’amore, il risultato di tanti sacrifici. Ancora dopo 6 mesi lo guardo e non ci credo, lui è innamorato della sua mamma, quando siamo assieme non esiste nessun altro, i nostri giochi, le nostre scemenze, tutte per noi, senza quasi bisogno di mondo esterno. L’esperienza più bella della mia vita. Che sono pronta a ripetere appena possibile, perché non è giusto che Diego cresca senza un fratello e che un giorno debba sentirsi solo magari a dover prendere decisioni su di me o su suo padre. Ho visto mia mamma quando i suoi si sono invecchiati, non avere una spalla su cui contare….non lo trovo giusto. E’ chiaro che se poi non dovessi riuscirci non sarebbe come non avere nemmeno un bimbo, la vivrei con molta meno ansia e dolore…però se posso voglio che lui abbia un fratello.
Questa è la mia storia, prima del transfer di novembre ho scritto un post per la mia donatrice, ho pensato spesso a lei e al grande dono che mi ha fatto. Lo so che sicuramente il rimborso spese avrà pesato molto nella sua decisione, ma io le sono grata ugualmente e so che senza di lei mio figlio non sarebbe nato. Se non ci fossero Paesi che affrontano la cosa in modo civile mio figlio on sarebbe qui…e non è un pensiero indifferente questo. Fa la differenza tra vivere e non vivere. Una bella differenza.

Per questo ho deciso di creare “La strada per un sogno”, con la mia amica stefy: perché la differenza tra un bimbo in più al mondo e una in meno è proprio una BELLA differenza. Volevamo un luogo che fosse d’incontro, di informazione, di ispirazione per chi sbatte la testa tra disinformazione e indifferenza, tra leggi ingiuste e liste d’attesa che hanno del Terzo Mondo. Ma soprattutto una coperta calda per il cuore, un the con le amiche nel momento di sconforto, un angolo dove rifugiarsi quando le battute di chi non sa, il giudizio di chi sa e si permette di puntare il dito, la paura di non farcela sono più forti del coraggio che abbiamo. Ogni giorno accogliamo, consigliamo, aiutiamo, confortiamo e soprattutto festeggiamo o asciughiamo lacrime, insieme. Una rete di aiuto e calore che non ha pari. E che spesso, anche lei, fa la differenza. Perché sentirsi sole o capire di non esserlo non sono MAI la stessa cosa.

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La mia storia..... :: Commenti

matemagaia
Re: La mia storia.....
Messaggio Sab 01 Dic 2012, 11:08  matemagaia
Una storia splendida. Commuovente.
Tu hai un coraggio e una determinazione che non si può non ammirare.
Grazie per aver condiviso la tua storia...grazie per la testimonianza che oggi mi ha regalato un po' di nuova speranza.
La mia storia..... - Pagina 2 769866





Bibbi ha scritto:
Tutti dicevano che sarebbe stato facile: vedrai appena ci provate rimarrai incinta.
Nella famiglia di mio marito fanno figli con la facilità con cui si prende una tazza di caffè, quelle che non sono incinte hanno appena partorito e allattano stirpi di maschi a loro volta fertilissimi, io avevo cicli perfetti e millimetrici e l’utero più bello del mondo secondo i ginecologi, quale poteva essere il problema?
Per questo quando mi sono resa conto che passavano i mesi mi sono allarmata, la mia dottoressa diceva che ero esagerata e che fino a un anno non c’era nemmeno da preoccuparsi di fare esami. Alla fine si è arresa alla mia insistenza: spermiogramma per lui ed eco per me. Il dottore che mi ha fatto l’eco cantava e diceva: finalmente un utero come si deve, anzi vede? Ha un follicolo pronto a scoppiare corra a casa e vedrà che tra qualche mese ci ritroveremo per ben altre eco…lo spermiogramma? Un disastro totale. Pochi, brutti e lenti, insomma un’ecatombe.
E’ iniziato il periodo degli accertamenti, andrologo, analisi, altri spermiogrammi, l’eco color doppler. Un intervento di varicocele, ma solo “per aumentare di qualche unità in modo da poter fare una ICSI, non illudetevi”. E poi il centro pma.
Alla prima visita mi dicono senza mezzi termini che ho poche uova “signora dovete affrettarvi, avete entrambi pochi gameti” e chi ci aveva mai pensato? In un turbine di pensieri affrontiamo analisi del sangue, accertamenti diagnostici, visite e facciamo tutto in un mese e mezzo, il dottore si complimenta con me. Gli dico che sono un tipo organizzato, lui ribatte: signora lei è un tipo DETERMINATO, questa sarà la sua arma migliore.
Quattro stimolazioni in pochi mesi per produrre sempre poco, che con gli spermatozoi messi così veniva per lo più sprecato, in due tentativi non abbiamo fatto nemmeno il transfer per mancata fecondazione.
Al secondo transfer il miracolo: beta positive!! Ma bassissime. La chiamano gravidanza biochimica. Tutto è finito in pochi giorni, ma per i medici il segno era ottimo e significava che potevo farcela. Peccato che alla stimolazione dopo gli ovociti non si sono fecondati.
A quel punto ho detto basta, ritenevo di aver fatto la mia parte e di aver tentato il “tentabile”…era il momento di passare oltre. Ho detto a mio marito che era il caso di partire per l’estero, ma quando gli ho fatto capire che ENTRAMBI necessitavamo di un aiuto apriti cielo!! È stata durissima…ma alla fine ha capito e accettato, a patto che non si dicesse in giro….a me francamente non importava affatto che gli amici pensassero che eravamo ricorsi solo a una donatrice…e siamo quindi partiti per Malaga.
Le possibilità erano altissime e anche le nostre aspettative, al primo transfer mi sentivo super incinta. Le beta purtroppo furono negative: 0,17, ancora mi ricordo il numero esatto. Di corsa programmo un nuovo transfer, avevo dei congelati e quindi la questione era più semplice. Stavolta sono premiata: rimango incinta, anche se all’inizio le beta crescono in modo strano.
Alla settima settimana, mentre ero tranquillamente seduta in poltrona sento un fiotto caldo…sangue rosso!! Di corsa al pronto soccorso, passo una notte di emorragia, ricoverata nel reparto con le partorienti felici e soddisfatte che telefonano continuamente ai parenti per raccontargli il loro parto, le infermiere che se ne fregano di me e del mio dolore, in sala operatoria mi perdono addirittura una scarpa e mi prendono in giro quando dico che mi serve per andare a far la visita per la dimissione. Scendo allora dal letto scalza e inizio ad attraversare il corridoio così. A quel punto si vergognano e hanno paura di quel che posso raccontare al dottore, così improvvisamente la mia scarpa ricompare. Taccio delle scortesie, delle umiliazioni, del dolore che ho provato. Taccio di quanto mi sono sentita maltrattata, non capita, di come non esista calore umano ed empatia, di come le ragazze che avevano il bagno in comune con me si siano lamentate perché a causa dell’emorragia avevo riempito il secchio di pannoloni, dell’infermiera della sala operatoria che ridendo mi ha detto: ma che ti piangi? Tra 40 giorni ci riprovi…ma che ne sai della mia vita? avrei voluto dirle…questo era il mio bambino, avuto dopo tanta fatica e tanto dolore, lo chiamavo Raggiodisole e quel giorno il mio cuore è morto un po’ con lui, che all’arrivo al pronto soccorso ho visto nello schermo col cuoricino che batteva forte.
Dopo qualche mese, sono di nuovo in pista, si torna a Malaga, non posso fermarmi, lo devo a Raggiodisole. Prima di partire una dolorosissima isteroscopia post aborto mi conferma che ho un utero fantastico, perfetto, pronto per una gravidanza. Stavolta incappo in un nuovo biochimico, ma le beta crescono ogni giorno, piano piano, inesorabili. Da 22 arrivano a 132 e nel mezzo faccio 8 prelievi di sangue. Niente da fare nemmeno stavolta, ma per azzerare le beta e poter ripartire ci metto due mesi.
A febbraio del 2011 vado a prendere i miei due congelati. Si risvegliano perfetti e vitali, appena fuori dal congelatore riprendono subito a svilupparsi. L’utero è stato preparato in modo perfetto, la mia dottoressa ha fatto un lavoro egregio, la terapia è quella giusta. Faccio le beta il 4 marzo: 276. Mi metto a piangere per la strada, davanti a tutti. Un vecchietto mi guarda con aria triste: probabilmente ha pensato a una cattiva notizia. Dopo tre giorni le beta salgono a 1074!! Ora dobbiamo solo aspettare l’eco di conferma.
Una mattina ho perdite rosso scuro, prendo un taxi e vado al pronto soccorso: si vedono due camere gestazionali, ben attaccate, tutto a posto, probabilmente l’utero si allarga e qualche capillare si è rotto, sentenzia la ginecologa. Gli embrioni ancora non si vedono ma era davvero troppo presto. Alla prima vera eco la sorpresa: in una delle due camere l’embrione si è sdoppiato, ora aspetto tre pupetti, due omozigoti identici e un eterozigote!! Tutti col loro cuoricino pulsante che sembrava dirmi: mamma siamo qui!!! Mia madre si sente male, io ho un riso isterico e felice, inizio a preparare tutto, ormai con le perdite ci ho fatto il callo, so che tutto va bene e quindi rinforzo la terapia di progesterone e continuo tranquilla…sono spietata e pronta, una mattina addirittura mi faccio un’intramuscolo da sola e mi rimetto a letto ad aspettare che passi. Per i miei figli sono una tigre pronta a qualsiasi attacco e sacrificio.
Mi fanno eco tutte le settimane, la cosa è delicata, specie per i due omozigoti. Che al secondo mese si fermano insieme, lasciando solo il terzo fratellino. Poveri cuccioli vederli lì col cuoricino fermo…si sono riassorbiti senza dar noia, dando chance al fratello di crescere e nascere, senza disturbarlo o metterlo in pericolo.
A novembre nasce Diego, un gigante di 56 cm e più di 4 chili, il più grande successo della mia vita, credo l’unica cosa veramente meravigliosa che ho fatto, l’eternità dell’amore, il risultato di tanti sacrifici. Ancora dopo 6 mesi lo guardo e non ci credo, lui è innamorato della sua mamma, quando siamo assieme non esiste nessun altro, i nostri giochi, le nostre scemenze, tutte per noi, senza quasi bisogno di mondo esterno. L’esperienza più bella della mia vita. Che sono pronta a ripetere appena possibile, perché non è giusto che Diego cresca senza un fratello e che un giorno debba sentirsi solo magari a dover prendere decisioni su di me o su suo padre. Ho visto mia mamma quando i suoi si sono invecchiati, non avere una spalla su cui contare….non lo trovo giusto. E’ chiaro che se poi non dovessi riuscirci non sarebbe come non avere nemmeno un bimbo, la vivrei con molta meno ansia e dolore…però se posso voglio che lui abbia un fratello.
Questa è la mia storia, prima del transfer di novembre ho scritto un post per la mia donatrice, ho pensato spesso a lei e al grande dono che mi ha fatto. Lo so che sicuramente il rimborso spese avrà pesato molto nella sua decisione, ma io le sono grata ugualmente e so che senza di lei mio figlio non sarebbe nato. Se non ci fossero Paesi che affrontano la cosa in modo civile mio figlio on sarebbe qui…e non è un pensiero indifferente questo. Fa la differenza tra vivere e non vivere. Una bella differenza.

Per questo ho deciso di creare “La strada per un sogno”, con la mia amica stefy: perché la differenza tra un bimbo in più al mondo e una in meno è proprio una BELLA differenza. Volevamo un luogo che fosse d’incontro, di informazione, di ispirazione per chi sbatte la testa tra disinformazione e indifferenza, tra leggi ingiuste e liste d’attesa che hanno del Terzo Mondo. Ma soprattutto una coperta calda per il cuore, un the con le amiche nel momento di sconforto, un angolo dove rifugiarsi quando le battute di chi non sa, il giudizio di chi sa e si permette di puntare il dito, la paura di non farcela sono più forti del coraggio che abbiamo. Ogni giorno accogliamo, consigliamo, aiutiamo, confortiamo e soprattutto festeggiamo o asciughiamo lacrime, insieme. Una rete di aiuto e calore che non ha pari. E che spesso, anche lei, fa la differenza. Perché sentirsi sole o capire di non esserlo non sono MAI la stessa cosa.

saralinda77
Re: La mia storia.....
Messaggio Gio 20 Dic 2012, 15:19  saralinda77
Bibbi sei una TOSTA!!!
la tua storia mi risveglia la speranza, e riscalda il cuore
ed è prezioso e potente carburante per il nostro viaggio!!
con stima e sempre maggiore ammirazione ti abbraccio

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Criss
Re: La mia storia.....
Messaggio Ven 28 Dic 2012, 15:48  Criss
Mi sono rivista nella tua storia! Mi hai donato una speranza che credevo persa! Grazie I love you
avatar
Re: La mia storia.....
Messaggio Gio 10 Gen 2013, 21:07  vallennttinna
Bibbi mi sono proprio commossa nel leggere il tuo racconto...
Che dire mi sono immedesimata in quando eri in ospedale e ti hanno trattata con una tale freddezza che provo rabbia, ma sei stata una lottatrice e hai vinto

Un abbraccio
luna69
Re: La mia storia.....
Messaggio Sab 19 Gen 2013, 17:36  luna69
sei veramente una donna fantastica, di carattere, con un grande coraggio e tanta determinazione e alla fine sei stata ripagata alla grande.

La mia storia..... - Pagina 2 6142 La mia storia..... - Pagina 2 769866 La mia storia..... - Pagina 2 6142 La mia storia..... - Pagina 2 769866
Re: La mia storia.....
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