Prepariamoci insieme all'incontro del 15 febbraio.Parliamo di sentimenti. Dite la vostra

Come d'abitudine inizierò l'incontro del 15 febbraio leggendo il posto di una di voi.
Ne sceglierò uno a rappresentare chi non potrà venire.
Vi chiedo di parlare di sentimenti.
Come è cambiato il rapporto di coppia quando avete deciso di avere un figlio, durante il percorso, quando avete dovuto affrontare i negativi e prendere decisioni. Per chi già genitore come è cambiato durante la gravidanza e una volta nato il figlio.
Vorrei però anche discutere di sentimenti verso i propri genitori, fratelli e amici. Con loro è cambiato? Avete raccontato tutto? Parlate della PMA?
Questo spazio è vostro. Raccontatevi.

Apro il mio cuore...vediamo un pò cosa ci salta fuori...
ricordo come fosse ieri il giorno in cui abbiamo deciso di dare inizio alla nostra ricerca...erano passati circa 8 mesi dal matrimonio...ci siam guardati e abbiamo detto: "bhe, che si fa? metti che poi ci voglia qualche mese...? cominciamo dai!non capiterà certo alla prima botta!" Mi ricordo che alla sera nel bar di paese, con un prosecco in mano e uno sguardo complice abbiamo brindato alla nostra ricerca!
I primi mesi i sentimenti si accavallavano uno sull'altro, paura, emozione, timore, smania, di nuovo paura...non c'è voluto molto perchè capissi che non sarebbe andata come avevo sempre sognato...non sò spiegare ma dopo poco ho sentito chiaro dentro di me che c'erano dei problemi...mi sono impuntata nel voler controllare...e alla fine la sentenza che mai avremmo pensato di dover sentire! Conoscevo già molto bene il mondo dell'inseminazione...ironia della sorte l'avevo già vissuta al fianco di due amiche...ridendo ci dicevamo che eravamo proprio una compagnia di sfigate...e alla fine è toccata anche a me...
Inizialmente non ho voluto parlarne con i miei genitori, prima volevo avere le idee chiare, prima volevo elaborare dentro di me quanto stava accadendo, volevo avere valutato le possibilità e le alternative, non volevo arrivare in lacrime e vomitare su di loro il nostro dolore.
Quando ormai avevamo deciso di affrontare la pma allora ne ho parlato con loro. E' stato difficile, loro mi ascoltavano, in silenzio, cercando di afferrare i miei discorsi strani, cercando di collocare tra una lacrima repressa e l'altra terminologie come fivet, icsi, blasto...      ...poveretti...
Io mi sentivo tranquilla, avevo chiaro in testa cosa stava accadendo, avevo vagliato già la situazione sotto tanti punti di vista...al punto che il mio dolore più grande non era per me, ma per loro...siamo in tre fratelli, io la più piccola, nessuno gli ha donato la gioia di un nipotino...avrei tanto voluto dargliela io questa immensa gioia...vedevo i loro occhi e cercavo di spiegare il tutto tranquillamente...ma dentro volevo morire...
La prima Icsi l'ho vissuta serenamente, con tante speranze e un pò inconsapevolmente...ed è andata bene!!!
Che gioia immensa...ma tutto è finito in un attimo...ho capito, ho elaborato, ho accettato...e poi ho scritto una lettera ai miei genitori...chiedevo loro di non soffrire per me...sono forte, ho una famiglia , un marito che mi ama davvero...il sentirli soffrire per me sarebbe stata l 'unica cosa che non avrei saputo affrontare...
Sono una persona fortunata, ho una famiglia, dei fratelli e degli amici che mi hanno sempre affiancata in tutto questo percorso...sempre pronti a tendere una mano, a sentire i miei sfoghi , a darmi un sorriso e una parola di conforto, o semplicemente a sopportarmi...Certo...i loro bimbi mi fanno ogni volta chiedere..."perchè io no...?"ma mi fanno sorridere, mi illuminano il cuore e la mente...certo la il pancione neppure appositamente cercato della mia migliore amica mi ingelosisce...mi fa dire nuovamente "perchè io no..?" ma poi il solo pensiero che lei non abbia dovuto affrontare tutta questa tristezza mi riporta subito il sorriso...
Non ho ancora detto nulla del rapporto con mio marito...posso dire senza paura di essere smentita che forse tutto questo ci ha addirittura uniti...certo, ci sono giorni in cui il nervosismo è forte e la tensione è alle stelle, e magari si litiga e ci si manda a fan...è normale credo...ma il sapere affrontare prove come queste insieme è segno di grande unione e amore...insieme, sempre...oggi siamo ancora più uniti...
La prima cosa che ci siamo detti quando abbiamo deciso di affrontare questo percorso è che per nulla al mondo avremo messo in crisi in nostro rapporto...se lo affrontiamo lo affrontiamo insieme, se molliamo molliamo insieme... un figlio è quanto di più naturale possa scaturire dall'amore di due persone...ma l'ossessione per la ricerca spasmodica di un figlio non deve mettere mai a rischio quell'amore e quel rapporto che ne sta alla base...Credo che si debba sempre tenere ben a fuoco questo concetto, nonostante le litigate, le crise, le stanchezze...
Non sò come andrà a finire la nostra storia, non sò se raggiungeremo mai il nostro sogno..Ma Io mi sento fortunata ragazze...ho un dolore immenso dentro, è vero , ho versato tante lacrime e tante ne verso ogni giorno, ma ho un uomo che mi ama, ho una famiglia, ho degli amici...ho tanto amore e ho tanti sogni.

  

...una sola risposta...

però è una bella risposta...c'è tutto l'amore...per gli amici, per la famiglia, di coppia. Direi che sole ha preso in pieno il senso di questo incontro di febbraio

ci ho pensato un pò...ora ci provo.

abbiamo vissuto 2 anni di pma in solitudine di coppia, soli io e lui.
il motivo principale era che non doveva saperlo mia madre e quindi per non rischiare non lo abbiamo detto a nessun parente.
degli amici solo una coppia ha sempre saputo tutto, per noi sono come fratelli e c'è fiducia reciproca, un'altra coppia ha saputo qualcosa durante il percorso.
il motivo del nostro silenzio? volevo vivere la mia vita in tranquillità, non volevo pressioni, non volevo essere vista con occhi compassionevoli, volevo sentirmi come tutte le altre mie amiche, non volevo dare spiegazioni.
non sono pentita della mia scelta di vivere in silenzio ma ci sono stati momenti in cui avrei voluto avere vicino una mamma con tutto il suo amore, avrei voluto un suo abbraccio. ci sono stati momenti in cui sono stata tentata di andare da lei e dirle tutto ma non avrebbe capito, lo so, ne sono certa e così per evitare di stare male il doppio di quello che stavo ho tenuto tutto il mio dolore per me.
io e lui forse siamo partiti alla pari ma poi l'abbiamo vissuta in modo diverso: io senza mai mettere in discussione l'obbiettivo di avere un figlio lui arrivando a dirmi che si può vivere anche senza un figlio.
siamo ancora soli, io e lui.

Alessia81 ha scritto:

ci ho pensato un pò...ora ci provo.

abbiamo vissuto 2 anni di pma in solitudine di coppia, soli io e lui.
il motivo principale era che non doveva saperlo mia madre e quindi per non rischiare non lo abbiamo detto a nessun parente.
degli amici solo una coppia ha sempre saputo tutto, per noi sono come fratelli e c'è fiducia reciproca, un'altra coppia ha saputo qualcosa durante il percorso.
il motivo del nostro silenzio? volevo vivere la mia vita in tranquillità, non volevo pressioni, non volevo essere vista con occhi compassionevoli, volevo sentirmi come tutte le altre mie amiche, non volevo dare spiegazioni.
non sono pentita della mia scelta di vivere in silenzio ma ci sono stati momenti in cui avrei voluto avere vicino una mamma con tutto il suo amore, avrei voluto un suo abbraccio. ci sono stati momenti in cui sono stata tentata di andare da lei e dirle tutto ma non avrebbe capito, lo so, ne sono certa e così per evitare di stare male il doppio di quello che stavo ho tenuto tutto il mio dolore per me.
io e lui forse siamo partiti alla pari ma poi l'abbiamo vissuta in modo diverso: io senza mai mettere in discussione l'obbiettivo di avere un figlio lui arrivando a dirmi che si può vivere anche senza un figlio.
siamo ancora soli, io e lui.

Tu, Lui e tutte le persone come noi che silenziosamente possono capire il vostro dolore ed esserci per un abbraccio ed un sorriso...
   

rapporto di coppia..le ricordo ancora le mie parole nel 2008..che ne dici se smettiamo la pillola e vediamo che succede? come se non esistesse la possibilità che non succeda..con tranquillità..con romanticismo..i primi cicli e dai lo dicono tutti che ci vuole tempo..ma intanto qualcosa si insinua, un dubbio..
Pochi mesi dopo passiamo dal provarci facendo l'amore in allegria, ai buchi in pancia, la mano che trema la prima volta, poi vai in sala operatoria, fredda, sei a gambe aperte, mentre tuo marito è in un bagno anch'esso freddo a fare un qualcosa di cosi intimo che diventa necessità..
Ma speri ne basta una..invece no..ci ritroviamo sempre li 1,2,3,4 volte..
La vita di coppia cambia inevitabilmente, da una parte ci si sente piu uniti, il dolore ti avvicina, hai un mostro in comune da combattere, dall'altra parte invece ci sono i sensi di colpa, la rabbia, che allontanano..i silenzi..ognuno vive il dolore a suo modo e molte volte questo modo è cosi diverso..
tu vuoi parlare e parlare, ne hai bisogno..dall'altra parte cè chiusura, parlare gli fa male e dunque non si trova il punto d'incontro..
La pma ti cambia, ti cambia dentro e quando tu cambi inevitabilmente cambiano i rapporti, il dolore lacera e la spensieratezza viene un pò persa..
credo solamente che ogni coppia, con i propri mezzi cerchi di sopravvivere alla tempesta, ognuno con i suoi metodi, probabilmente malconci e feriti..

melinda477 ha scritto:

rapporto di coppia..le ricordo ancora le mie parole nel 2008..che ne dici se smettiamo la pillola e vediamo che succede? come se non esistesse la possibilità che non succeda..con tranquillità..con romanticismo..i primi cicli e dai lo dicono tutti che ci vuole tempo..ma intanto qualcosa si insinua, un dubbio..
Pochi mesi dopo passiamo dal provarci facendo l'amore in allegria, ai buchi in pancia, la mano che trema la prima volta, poi vai in sala operatoria, fredda, sei a gambe aperte, mentre tuo marito è in un bagno anch'esso freddo a fare un qualcosa di cosi intimo che diventa necessità..
Ma speri ne basta una..invece no..ci ritroviamo sempre li 1,2,3,4 volte..
La vita di coppia cambia inevitabilmente, da una parte ci si sente piu uniti, il dolore ti avvicina, hai un mostro in comune da combattere, dall'altra parte invece ci sono i sensi di colpa, la rabbia, che  allontanano..i silenzi..ognuno vive il dolore a suo modo e molte volte questo modo è cosi diverso..
tu vuoi parlare e parlare, ne hai bisogno..dall'altra parte cè chiusura, parlare gli fa male e dunque non si trova il punto d'incontro..
La pma ti cambia, ti cambia dentro e quando tu cambi inevitabilmente cambiano i rapporti, il dolore lacera e la spensieratezza viene un pò persa..
credo solamente che ogni coppia, con i propri mezzi cerchi di sopravvivere alla tempesta, ognuno con i suoi metodi, probabilmente malconci e feriti..

    come sempre mi trovo in sintonia con te cara amica mia.

Violet ha scritto:

    come sempre mi trovo in sintonia con te cara amica mia.

ti voglio bene!!

Non mi ricordo perché venne anche lui a quel dibattito; con quel che è successo dopo, trovo una motivazione, ma fu prima che ci sposassimo, quando ancora ci sentivamo “normali”, per cui…chissà perché venne?
Insomma, eravamo lì, dopo una spiegazione molto scientifica sui problemi del concepimento, dopo un excursus sulla normativa vigente, era la volta di un avvocato iperbigotto che lanciava anatemi su chi osasse fare quelle cose abominevoli. Una roba tale che a me e mia sorella scappava da ridere perché era veramente fuori da ogni logica, robe che non ho mai neanche più sentito con tutto il percorso che ho fatto! Il dibattito s’era fatto acceso tra il ginecologo che voleva aiutare le coppie e l’avvocato che diceva che se le donne non potevano aver figli un motivo c’era. Lui si è alzato, ha preso la parola ed ha detto: “Voi potete pensarla come volete, ma nessuno si può mettere tra me ed il mio desiderio di avere un figlio, se non me stesso e la mia donna”.
Nessuno ebbe argomenti da contraribattere.
Lui è sempre stato convinto ed io l’ho sempre saputo, ma io no. Non mi sentivo tagliata per la pma, mi ricordo la crisi di pianto di ritorno al primo trasfert, perché ero stata in tensione per così tanto tempo e non credevo di riuscire ad arrivare fino alla fine!
Il momento duro, però, lo abbiam affrontato quando è stato chiaro che l’omologa per me non aveva più alcun futuro, quindi o adozione o eterologa e lì, muti, non riuscivamo a convincer né l’altro né noi stessi. Mi sentivo tradita da lui che al risveglio di quel pick up a vuoto mi aveva detto “decidi tu” e poi non se la sentiva neanche di informarsi per l’adozione. Ho chiesto aiuto a mia sorella: se avessimo affrontato assieme l’adozione, i nostri mariti si sarebbero convinti, ma lei non se la sentiva. Ora che ha deciso per l’adozione, non capisce perché non faccio lo stesso pur’io.
Abbiamo litigato io e mio marito, una volta anche animatamente, quel giorno avevo appuntamento da una ginecologa che s’è dovuta trasformare in una psicologa ascoltando tutto il mio sfogo. Non mi ricordo lei cosa disse di preciso, so solo che uscita di lì cominciai ad informarmi sull’eterologa, così.. a tempo perso!

Ci è capitato anche l’aborto interno, la grande illusione e poi niente.

Non so cosa ci riserva il domani, so solo che ci siamo uniti tanto tanto tanto. Al quinto tentativo il sostegno dalle famiglie non c’è quasi più, vedono in noi più che altro un cieco accanimento, ma tra noi due ci facciamo coraggio. Prima lui aveva una fiducia incrollabile nella scienza ora…è entrato nel mio mondo delle incertezze e io “qui” mi so muovere.
Cos’è cambiato tra me e lui? Tutto o forse nulla.
Ripensavo ai nostri sogni di famiglia: non volevamo una vita "normale", una banale quotidianità, volevamo la nostra "cosa" speciale. Certo non avrei mai immaginato il percorso, eppure ora, proprio ora che non so cosa succederà, so che qualsiasi sarà la mia famiglia, sarà quella per cui abbiamo lottato tutto questo tempo. Sarà la nostra speciale famiglia.

Ok ci provo,

Tutto e' iniziato moltissimo tempo fa (era il 1995) eravamo sposati da un anno e il nostro sogno lo cercavamo da ancor prima di sposarci. Non sapevamo niente di PMA cosi' abbiamo iniziato a cambiare via un ginecologo un altro, e la frase che mi sentivo dire era sempre la stessa "hai solo 22 anni, 23 anni, 24 anni non c'e' niente che non va e' solo la tua testa" fino a quando ho incontrato un medico ( allora avevo 27 anni) che ha preso sul serio la mia preoccupazione cosi' piano piano siamo approdati alle prime iui ma niente, siamo passati alle icsi ma anche quelle non si hanno portato a nulla e nessuno riusciva a dirci PERCHE'. La vita di coppia e' inevitabilmente cambiata spesso piangevo disperata abbracciata a mio marito cercando di spiegargli che il mio desiderio di avere un bambino era cosi' grande da togliermi il fiato e la voglia di vivere, e lui che mi faceva sempre la stessa domanda "perche' io non ti basto? io sono felice anche cosi'" , ma entrambi sapevamo che era una grandissima bugia.
Tutti sapevano, la mia famiglia per prima mi e' sempre stata vicina, mi hanno spronato ad andare avanti, non dovevo arrendermi, ma nel 2003 quando e' venuto a mancare il mio papa' ho avuto il mio ultimo negativo che mi ha portato a mollare tutto (era la mia 9° icsi), e' come se per me non ci fosse piu' niente, ne gioia, ne speranza ne amore. Ho trascurato mio marito all'inverosimile, speravo anzi pregavo che si innamorasse di un' altra donna e che con lei riuscisse a diventare padre, e intanto vivevo la mia sterilita' in totale solitudine, non ne parlavo piu' e non volevo sentirne parlare ora mai il mio cuore era stato mangiato lentamente da quel grande desiderio che sapevo benissimo non si sarebbe mai realizzato.
Finalmente nel 2009 un senologo durante una visita mi ha parlato dell' ETEROLOGA e ricordo di essere corsa a casa e per la prima volta di aver cercato notizie al riguardo, quella parola che a tanti che la conoscono puo' far paura a me aveva ridato speranza e quella voglia di lottare che non credevo piu' di avere. Quella sera stessa ne ho parlato con mio marito e lui come sempre mi e' stato vicino e abbiamo intrappreso questa nuova strada, abbiamo pianto lacrime di gioia di fronte al nostro primo positivo e subito dopo lacrime di dolore per la perdita che abbiamo subito, ma lui come sempre ha visto il bicchiere mezzo pieno e mi ha quasi obbligato ad andare avanti, cosi' alla nostra 3° ovo e dopo 17 anni di matrimonio abbiamo realizzato il nostro grandissimo sogno, entrambi siamo felicissimi. Che dire molte coppie si sfaldano anche per problemi piu' piccoli invece noi andiamo avanti piu' uniti di prima. C'e' un detto che dice che accanto a un grande uomo c'e' sempre una grande donna ,ma non credo che valga per me. Io posso solo ringraziare mio marito se sono riuscita ad abbracciare il nostro sogno e probabilmente sara' sempre grazie a lui se riusciro' a realizzarlo di nuovo.

Io adesso sono felice certo, ma non sono serena come dovrei, forse la mia sterilita' me la tolta per sempre, ma ho un bambino che e' la mia gioia di vivere e non smettero' mai di ringraziare la pma e l'eterologa per questo.

Ps: Naturalmente grazie anche a tutte voi, grazie di esistere perche' non immaginate neanche quanto aiuto mi avete dato e sono certa mi darete ancora.

 

Si leggono tante storie, storie di uomini e donne, speranze e delusioni, a volte di gioie improvvise....ogni essere umano, ogni sentimento diverso l'uno dall'altro, ma accomunati da una certa fragilità e nello stesso tempo da quella forza  che è presente in ognuno di noi ....

..storie diverse ... a volte così simili ...

Il desiderio di famiglia e di maternità credo che sia nato con me; Sì,  credo proprio che abbia sempre avuto un posto in primo piano nel mio cuore, anche se poi la vita non ha facilmente assecondato questo mio desiderio... i dubbi sulla capacità di poter donare una nuova vita ho cominciato ad averli nel 2008, ma poi non ho approfondito perché la mia storia è naufragata e pensavo che stesse naufragando anche il mio sogno di essere madre.

Poi incontro lui e capisco che è LUI.

Ma le cose si complicano. Già ho alle spalle una bella miomectomia. Dopo poco più di un mese insieme, eccomi in ospedale per una cisti endometriotica. I medici gli palesano direttamente che per me i tempi stringono e questo inevitabilmente toglie un po' di poesia tra di noi e crea tante ansie e dubbi in lui. Non è semplice: da un lato il mio chiaro desiderio di maternità che si sprigiona da tutti i pori, dall'altro tutti i suoi dubbi, perché, seppur dentro ha sempre pensato che un figlio lo vuole, prima o poi, messo alle strette psicologicamente,  tutto diventa troppo presto, troppo "forzato". Dopo tanti pianti e discussioni, l'idea viene messa da parte. C'è bisogno di "respirare". Ovviamente dentro me l'ansia è alle stelle. Tento di concentrarci su NOI.

Conosco bene il percorso della PMA. Le mie due più care amiche lo hanno fatto ed io con loro: ho condiviso le loro ansie, le loro paure, le loro delusioni e finalmente le loro gioie. Conosco tutto ed entro in contatto anche con l'idea dell'ovodonazione.  Tutta questa conoscenza in fondo mi rasserena.

Passano un paio d'anni...non succede nulla. Il verdetto arriva: non ho  possibilità di procreare, neanche attraverso una stimolazione. È più probabile un miracolo.

Faccio un'altra visita, questa volta con lui. Il verdetto è lo stesso. Possiamo ricorrere  solo all'ovodonazione. Il miracolo accade: sarà la serenità della ginecologa e la professionalità con cui ha pronunciato le sue parole, ma dopo qualche giorno è lui che vuole provare. Ha trovato in sé una forza ed una convinzione che mai aveva mostrato prima. ha lasciato la scelta un po' a me, perché sa che forse comunque io dovevo metabolizzare il fatto che i miei figli non avranno il  mio DNA. Ma io sono sempre stata serena rispetto a questa decisione. Ho sempre pensato che sarei stata felice di essere madre, di seguire nel percorso che è la Vita anche bimbi adottati; non è questione di DNA, è questione di amore. Il dono di poter sentire una nuova Vita crescere in me, sarebbe un dono immenso.

E così eccoci qui, alla vigilia del nostro primo tentativo di ovodonazione, uniti in questa scelta.   


Ed il mondo esterno?
Viviamo questa scelta tra di noi, condividendola solo con le mie due amiche ed io con le tante fatine che ho incontrato. Ma abbiamo scelto di non condividerlo con gli altri, non con il nostro gruppo di amici comuni, non con le nostre famiglie. In realtà questa è stata più una scelta mia, soprattutto per non avere pressioni psicologiche di alcun tipo. Vorrei fare questo percorso in piena serenità.

Ed il futuro?
Se mai dovessimo ricevere questo Dono, come ci comporteremo? Dovremo approfondire tutto l'aspetto psicologico, non nostro, ma del bambino, ma sono certa che un aiuto per capire cosa è meglio lo troveremo.... un passo alla volta.