Anticorpi epatite C

Gentilissimo Dott. Morricone, vorrei porle un quesito per il quale non riesco a trovare risposte esaurienti.
Mio marito ha fatto a ottobre 2010 degli esami del sangue dove gli anticorpi anti HCV (epatite C) sono risultati POSITIVI.
Con il patema di aver contratto il virus e di potermelo trasmettere, ha poi effettuato a dicembre un secondo test di 3° generazione di conferma dove la reattività è risultata DUBBIA con banda c100-3, c22-3, ns 5: NON REATTIVI, ma banda c33c: REATTIVO.
Ha dovuto quindi eseguire un terzo esame chiamato DETERMINAZIONE QUALITATIVA CARICA HCV RNA dove è risultato < 12 Ul/mL, quindi NEGATIVO al virus HCV.
A 6 mesi di distanza ha ripetuto nuovamente l'esame del sangue per la ricerca del virus HCV (d'obbligo per il protocollo PMA) risultando DEBOLMENTE REATTIVO (fatto, sta volta, in altro centro).
Le mie domande sono:
1- Che cosa ha contratto in questi anni (visto che lo stesso test nel 2008 era negativo) che non sia il virus ma che dà ugualmente la positività?
2- Dovrà rifare ogni volta tre test diversi per verificare la sua negatività al virus o può direttamente esegure solo l'ultimo "DETERMINAZIONE QUALITATIVA CARICA HCV RNA"?
3- Con questo esito, dobbiamo comunque usare il preservativo, alquanto controproducente per il nostro scopo, fino all'ultima verifica?
4- Sarà un valore che rimarrà sempre positivo (dando il dubbio che ci sia il virus) e cosa può comportare?
Io, ovviamente, sono sempre risultata negativa.
Scusi se sono stata molto prolissa, ma ho voluto essere il più possibile chiara.
Grazie mille per la cortese attenzione prestata.
Anticorpi epatite C 925954

Gent.ma Sig.ra
Si tratta di due tipi di indagini ben diverse. Nella prima (quella che ha dato l'inizio a tutto) non è stato dosato dosato il virus HCV ma l'anticorpo contro il virus HCV. La sigla infatti se lei controlla le analisi parla di HCV ab.
La presenza di HCV ab non significa che ci sia il virus ma solo che c'è da parte dell'organismo la produzione di un anticorpo diretto contro il virus. A questo punto entra in gioco la seconda diagnostica che avete effettuato in cui siete andati a cercare il virus o per meglio dire l'RNA del virus dell'epatite C. Essendo il risultato negativo vuol dire che suo marito non ha presenza attuale di virus.
Cosa può essere successo ? le ipotesi a mio avviso possono essere solo due, la prima è che che suo marito sia entrato in contatto con il virus dell'epatite C ma non abbia contratto la malattia.
La secnda è che ci sia stata una reattività crociata con qualche altro virus.
Per quanto riguarda il cosa fare, personalmente ripeterei la ricerca del genoma del virus e, nel caso sia negativo, non darei molta importanza alla presenza degli anticorpi.
spero di esserle stato utile.
cordiali saluti

Grazie mille Dottore per la risposta.
Anticorpi epatite C 925954

Gentilissimo Dott. Morricone,
rialzo questo post perchè in un nuovo centro PMA consultato ieri ci hanno risollevato il problema.
Approfitto della sua cortese presenza qui per chiederle un consiglio che non saprei a chi altro chiedere. In questo nuovo centro ci hanno detto che finchè un infettivologo non dichiara per iscritto che mio marito non è infettivo, non possiamo essere trattati nel loro centro per via di questa positività agli anticorpi HCV.
Ora ho provato a prendere appuntamento con un infettivologo del San Raffaele, ma al centro prenotazioni mi dicono che ci sono più tipi di infettivologi e devo fargli sapere con quale vogliamo l'appuntamento e inoltre, parlando con il laboratorio analisi del San Raffaele (centro che ha sempre seguito questo esame di laboratorio), mi dicono che nessun infettivologo si metterebbe a fare una tale dichiarazione visto che è evidente la negatività del soggetto. Consigliandomi, inoltre, di non mettermi nelle mani di un centro che fa questi discorsi.
Mi trovo in seria difficoltà, può consigliarmi secondo la sua esperienza?
La ringrazio infinitamente per la sua disponibilità.

Gemt.ma Sig.ra.
Credo che il problema del centro di PMA a cui si è rivolta sia solo di ordine burocratico in quanto vi è una normativa che disciplina la fecondazione in vitro nei soggetti con positività per l'HCV. Non sono esperto del campo ma a quanto ne sono se una persona è positiva all'HCV gli spermatozoi, gli ovociti e gli embrioni della coppia devono essere tenuti in appositi incubatori separati dagli altri.
Ovviamente ben poche strutture sono attrezzate a riguardo.
Il collega del S. Raffaele ha perfettamente ragione, nessun infettivologo certificherà una cosa che non si può certificare e che comunque non ha senso.
Spero che i colleghi del centro di PMA abbiano ben chiara la situazione da un punto di vista medico, provi a riparlarci e chieda se il motivo della loro opposizione è quello che penso io.
Ovviamente se invece non hanno capito la situazione clinica di suo marito cambi centro.
A proposito ha ricontrollato la ricerca del virus dell'HCV ?
cordiali saluti

Grazie per la risposta.
L'ultimo prelievo che evidenziava la positività dell'HCV è di metà settembre, ancora con determinazione quantitativa HCV RNA <12 Ul/ml (stesso risultato per la terza volta). Comunque dopodomani avremo l'incontro con un infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano che spero sappia assecondare la burocrazia del centro PMA. Le farò sicuramente sapere come è andata.
Grazie ancora.

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