Ovodonazione, donazione si sperma, single: come dirlo al figlio...quando sara'?!?

Buongiorno, mi sono appena iscritta.
Breve storia: 42 anni, single, prima inseminazione in vitro fallita in Inghilterra, mi sto orientando verso una ovodonazione, sempre con donazione di sperma, in Spagna.
Tanti piccoli passaggi: aspettare di avere una relazione, poi capire che non e' piu' possibile aspettare, far conciliare il desiderio di avere un figlio con la solitudine sentimentale, quindi Londra per avere un donatore ma senza l'anominato, infine ...orientarsi verso l'ovodonazione, stavolta in Spagna e anonimato per sempre, per il donatore di sperma e la donatrice di ovuli. Al centro io. Ma se tutto va bene come spero da morire come mi comportero' con mio figlio o mia figlia?

Non so perche' riesco a immaginare come spiegare che non c'e' un padre ma c'e' stato un donatore; invece non riesco a immaginare come spiegare a un figlio l'"ovodonazione". Come glielo dico? Quando? A che età'?
So per certo che vorrei che lo sapesse, perche' ognuno ha diritto di conoscere da dove viene. E anche perche' quella e' la sua storia, oltre che la mia.
Ma quando dirlo? e come conciliare il desiderio di autenticità con il proprio figlio, con l'altra parte, ovvero "il resto del mondo" con il quale non desidero condividere delle parti cosi' intime di me?
Qualcuna di voi ci e' passata? Conoscete siti associazioni dedicate a questo? Avete letto qualcosa?
Grazie! Ilaria

che sia molto personale e deve essere una scelta tua, io credo che andrebbe detto in un età in cui per esempio si inizia ad andare dal medico da soli tipo a 16-17 anni e quindi a domande tipo anamnesi familiare potrebbe essere utile saperlo..ma prima no un bimbo piccolo non avrebbe la capacità mentale di capire e si rischierebbe di metterlo in confusione..questo secondo me poi ovvio bisogna valutare il carattere del bimbo.

Prima osservazione...al centro spero per te che ci sarà tuo figlio (nel senso che ti auguro che vada benissimo!!).
Capisco la tua situazione perchè ti dico tranquillamente che se non avessi incontrato mio marito io ora sarei al tuo posto. Senza nessuna esitazione. Quindi parti dal presupposto che mai e poi mai ti giudicherò.
Noi stiamo facendo doppia donazione. E' andato male il primo transfer...a breve farò il secondo con tre congelati sperando che si sveglino tutti dal freezer . Io credo che un giorno glielo dirò. Non da piccoli, non da adolescenti, ma quando vorranno avere a loro volta un figlio. Specie se avranno difficoltà. Gli dirò che esiste la scienza...e che li ho amati talmente tanto da mettere da parte orgoglio e ansie (che del resto non ho mai avuto) per farli nascere. E che se mai dovranno affrontare il mio percorso la loro mamma gli sarà accanto e li supporterà. Molte donne della pma sono terrorizzate dall'idea di non essere magari capite dalle loro madri, che hanno avuto figli al primo colpo. La comprensione della mia è una delle mie fortune. I miei figli dovranno essere sicuri che anche io gli sarò accanto.

penso che il percorso sia molto particolare, dettato da una scelta personale molto caratteristica.
se sei una donna così speciale da arrivare lì sono sicura che troverai le parole giuste per crescere un figlio.
penso che glielo dovrai spiegare in qualche modo anche da piccolo quando chiederà del padre, con le parole giuste all'età . se è piccolo serve il linguaggio delle fiabe.
libri non saprei, certo leggerli ti aiuterebbe ad avere uno spunto dove poi inserirai la tua originalità
si al momento non c'è che da farsi in bocca al lupo a vicenda.

poi le cose verrano da sè.....

Grazie dell'incoraggiamento. Mi sento da una parte cosi' pessimista ma dall'altra se penso cosi' tanto al dopo...forse sono molto ottimista!
Ho trovato un sito inglese molto interessante, e' una associazione nata nel 1993 (!!!) da genitori che hanno avuto dei figli...diversamente concepiti ma altrettando amati, e che e' nata dall'idea di voler mettere a parte i propri figli circa le proprie origini
http://www.donor-conception-network.org/index.htm

Ci sono anche dei libri scaricabili gratuiamente sull'argomento, mi sembrano molto interessanti.

Ma...non ho pace... ora i miei pensieri in questo momento vanno in un'altra direzione: alla donna che si sottoporra' per me, al posto mio, ai trattamenti ormonali per dare a me i suoi ovuli. Quando pensavo al donatore non mi facevo tutte queste domande in fondo per un uomo e' una cosa molto piu' facile, come donare il sangue. Ma per una donna e' diverso.
comunque vado avanti, e confrontarsi fa bene.
Ilaria

KSENIA73 ha scritto:

penso che il percorso sia molto particolare, dettato da una scelta personale molto caratteristica.
se sei una donna così speciale da arrivare lì sono sicura che troverai le parole giuste per crescere un figlio.
penso che glielo dovrai spiegare in qualche modo anche da piccolo quando chiederà del padre, con le parole giuste all'età . se è piccolo serve il linguaggio delle fiabe.
libri non saprei, certo leggerli ti aiuterebbe ad avere uno spunto dove poi inserirai la tua originalità
si al momento non c'è che da farsi in bocca al lupo a vicenda.

poi le cose verrano da sè.....

Ilaria cerca di pensare a lei...ma diversamente. In positivo, non in negativo. Grazie a lei tu avrai molte molte possibilità in più.
Devo dirti poi che quando sono venuti a chiamarmi in stanza per portarmi in sala operatoria...io non ho sentito differenze rispetto alle mie icsi omologhe. Tutto si è svolto in modo naturale. Vedrai...sarà così.

Bibbi ha scritto:

Ilaria cerca di pensare a lei...ma diversamente. In positivo, non in negativo. Grazie a lei tu avrai molte molte possibilità in più.
Devo dirti poi che quando sono venuti a chiamarmi in stanza per portarmi in sala operatoria...io non ho sentito differenze rispetto alle mie icsi omologhe. Tutto si è svolto in modo naturale. Vedrai...sarà così.

Non avevo capito quindi anche tu l'hai fatta? spero che ti sia andata bene!
Capisco quello che dici, in effetti anche se dall'esterno si parla della fecondazione come di qualcosa di contrapposto al "naturale" modo di avere un figlio...poi standoci dentro mi sono resa conto che non e' cosi', persino per me che lo faccio da single.
Pero' tu non ci pensi mai alla donatrice?

Per ora il primo round non è andato...ma ho tre congelatini in freezer...e il 20 giugno me li vado a prendere...

perché dirlo?
pensate si possa vivere anche senza dirlo?

certo che si serena...sono scelte. A me piacerebbe dirlo a mio figlio...ma poi ovviamente vedrò...anche in funzione del suo carattere e della sua indole...che andranno rispettate.

Non so cosa penserò fra 10/15 anni, ammesso che il figlio ci sia e che io sia ancora viva, mi piacerebbe dirlo ma, se non fosse necessario? se andasse tutto bene senza intoppi?
Come la penserà il mondo fra 10 anni.
Adesso preferisco non pensarci

adesso pensa solo a portarci sto nipote serenuccia...calma tranquilla respira...

Bibbi ha scritto:

adesso pensa solo a portarci sto nipote serenuccia...calma tranquilla respira...

Grazie!!! Sono contenta di essermi iscritta a questo forum!!!

....scusate se entro qua a rovinare un po' l'armonia e la serenità con le mie paranoiche seghe mentali..... io chiedo solo per confrontarmi, sia chiaro, perchè anche io sto dalla vostra parte al 100%! però faccio anche sempre un po' l'avvocato del diavolo e mi vengono sempre in mente delle domandine diverse... in sostanza.. e se glielo dicesse qualcun altro che succederebbe? ovvero.... voi riuscite a fare questo percorso in totale anonimato e lasciando tutti al di fuori della cosa?

scusate ma ultimamente sono tormentata dall'idea che si "diffonda la notizia"... sarà perchè ho avuto brutte esperienze... io penso che se lo sapessero da qualcun altro, sarebbe terribile...

Questa purtroppo è una possibilità abbastanza verosimile, per questo motivo credo che sia necessario prepararli prima alla notizia, anche perchè io avrei paura di dire questa cosa a un adolescente impreparato, proprio nell'età in cui è più forte il conflitto con la famiglia , secondo me bisogna iniziare prima: alle elementari spesso i bambini iniziano a fare ai genitori domande su come sono venuti al mondo , è in quel momento ,credo, che si può iniziare a raccontare loro che i bambini arrivano alle mamme in modi diversi, come se si trattasse di una favola, di un bel racconto, e farli sentire orgogliosi e speciali per la loro diversità.

ilarianinad ha scritto:

Buongiorno, mi sono appena iscritta.
Breve storia: 42 anni, single, prima inseminazione in vitro fallita in Inghilterra, mi sto orientando verso una ovodonazione, sempre con donazione di sperma, in Spagna.
Tanti piccoli passaggi: aspettare di avere una relazione, poi capire che non e' piu' possibile aspettare, far conciliare il desiderio di avere un figlio con la solitudine sentimentale, quindi Londra per avere un donatore ma senza l'anominato, infine ...orientarsi verso l'ovodonazione, stavolta in Spagna e anonimato per sempre, per il donatore di sperma e la donatrice di ovuli. Al centro io. Ma se tutto va bene come spero da morire come mi comportero' con mio figlio o mia figlia?

Non so perche' riesco a immaginare come spiegare che non c'e' un padre ma c'e' stato un donatore; invece non riesco a immaginare come spiegare a un figlio l'"ovodonazione". Come glielo dico? Quando? A che età'?
So per certo che vorrei che lo sapesse, perche' ognuno ha diritto di conoscere da dove viene. E anche perche' quella e' la sua storia, oltre che la mia.
Ma quando dirlo? e come conciliare il desiderio di autenticità con il proprio figlio, con l'altra parte, ovvero "il resto del mondo" con il quale non desidero condividere delle parti cosi' intime di me?
Qualcuna di voi ci e' passata? Conoscete siti associazioni dedicate a questo? Avete letto qualcosa?
Grazie! Ilaria

Ciao Ilaria... io come Bibbi, se non mi fossi sposata avrei fatto cmq il tuo passo, perchè essere madri è il dono più grande e più bello che esista. Ma anche se sono sposata, il rischio di un eterologa c'e', quindi se mai questo figlio dovesse arrivare tramite questa strada, anche noi da coppia sposata ci troveremmo davanti al bivio del "dirlo o non dirlo". Ma forse e dico "forse" la cosa più importante per un figlio è il bene che un genitore gli possa dare, non credo sia importante per lui sapere se l'ovulo era il tuo visto che cmq lo hai tenuto dentro di te per tutto il percorso, proteggendolo sin da subito. Cosa avrete di diverso? IL DNA? credi che questo unisca due individui più dell'amore? ebbene ahimè non è cosi.... Sono cresciuta senza conoscere mio padre, che dopo aver saputo di me ha abbandonato mia madre senza mai più ritornare. tutt'ora non so chi sia e mai ho chiesto a mia madre di lui, per non ferirla o forse per puro orgoglio... Poi i rapporti con mia madre sono peggiorati di giorno in giorno, ed attualmente, per l'ennesima volta, non ci parliamo da quasi un anno e mezzo. E se dico NON CI PARLIAMO significa che quando abitavo ancora vicino a lei e la incontravo per strada, lei si girava dall'altra parte.... e sono LA SUA UNICA FIGLIA e SA COSA STO PASSANDO PER POTER AVERE UN FIGLIO. Quindi tu pensi davvero che sia il DNA ad unire due persone nella vita??

Citazione :

IL DNA? credi che questo unisca due individui più dell'amore? ebbene ahimè non è cosi.... Sono cresciuta senza conoscere mio padre, che dopo aver saputo di me ha abbandonato mia madre senza mai più ritornare. tutt'ora non so chi sia e mai ho chiesto a mia madre di lui, per non ferirla o forse per puro orgoglio... Poi i rapporti con mia madre sono peggiorati di giorno in giorno, ed attualmente, per l'ennesima volta, non ci parliamo da quasi un anno e mezzo. E se dico NON CI PARLIAMO significa che quando abitavo ancora vicino a lei e la incontravo per strada, lei si girava dall'altra parte.... e sono LA SUA UNICA FIGLIA e SA COSA STO PASSANDO PER POTER AVERE UN FIGLIO. Quindi tu pensi davvero che sia il DNA ad unire due persone nella vita??

Hai ragione, in effetti non conta. Mi dispiace che tu non abbia vicino tuo madre, deve essere dura.

mi incrocio tutta per te e vedrai che andrà!
Faccio una prima considerazione.. naturalmente la faccio a te ma ancor prima le ho fatte per me stessa! Io farò ovodonazione.
Tutti quei bimbi arrivati "per caso".. magari non voluti.. e magari scampati per i più svariati motivi ad aborti programmati.. o magari arrivti per "aggiustare rapporti in difficoltà"... a loro, è stato spiegato che non erano desiderati? Secondo te, è necessario spiegare e dire loro che non erano i benvenuti? E i perchè?
Altra considerazione.
Le mamme saremo noi. Per capire scelte del genere servono due fattori: 1) grande apertura mentale; 2) sentire l'amore che c'è dietro queste scelte.
Quindi... la mamma sarò io... e credo mio figlia impari di me ad aprirsi alla vita e alle infinite spaccettature che questa presenta.. e amerò infinitamente mio figlio.. e sentirà quanto l'ho desiderato ancora prima che esistesse..
La considerazione è ..che ho la presunzione che poi non sarà neanche così necessario trovare le "parole giuste"... Perchè sarà naturale.. così come per me è naturalme amarlo prima che esista..
Ho risposto a te, raccontando di me.. Tutto dipenderà da COME li cresceremo..

io quando sarà il momento diro' a mio figlio anzi ai miei figli (perke ne voglio due!)che li ho amati gia da prima che esistessero e sapevo che loro si trovavano in qualche parte del mondo .....

e io spinta dall'amore per loro sono andata a prenderli...sono andata incontro al destino........

Anch'io mi stò preparando con gli esami per l'ovodonazione e sono del parere che un giorno dirò ai miei figli come li ho avuti, solo ed esclusivamente per il fatto che io non vivrò in eterno e se dovesse avere malattie genetiche o problemi del genere, dovranno sapere a chi rivolgersi. Per il resto non ci sarà bisogno di parole, l'amore parlerà per me.

proprio stasera dicevo a mio mairto come facciamo a sparire dalla circolazione senza dire niente a nessuno (alla suocera in modo particolare che mi controla a vista .....visto che abitiamo vicine) e mio mairto mi ha detto diciamo che ci facciamo una vacanza da soli e che ne abbiamo bisogno, il dubbio di dirlo e se dirlo è venuto anche a me .... e pensare che io non avrei nessun problema ad adottare ma è diversa la situazione ...... questo bimbo che spero nascerà (se riesco a contattare il rincon altrimenti dobbiamo andare al ferlia di Malaga) non assomiglierà per niente a me .... questo mi rattrista un pò ....però se non fosse per qualche malattia patologica ma non dovrebbe succedere con i controlli .... lo direi solo se si presenta l'occasione di dirlo altrimenti il figlio è tuo lo porti nella tua pancia dal primo giorno ..... non penso ci sia bisogno di dirlo .... SCUSATE SE HO SCRITTO IN UN ITALIANO POCO CHIARO ma stiamo prendendo una decisione l'età è troppo avanzate e il mio stato psicologico che in tutti questi anni mi ha accompagnato mi sta davvero devastando

haidy34 ha scritto:

proprio stasera dicevo a mio mairto come facciamo a sparire dalla circolazione senza dire niente a nessuno (alla suocera in modo particolare che mi controla a vista .....visto che abitiamo vicine) e mio mairto mi ha detto diciamo che ci facciamo una vacanza da soli e che ne abbiamo bisogno, il dubbio di dirlo e se dirlo è venuto anche a me .... e pensare che io non avrei nessun problema ad adottare ma è diversa la situazione ...... questo bimbo che spero nascerà (se riesco a contattare il rincon altrimenti dobbiamo andare al ferlia di Malaga) non assomiglierà per niente a me .... questo mi rattrista un pò ....però se non fosse per qualche malattia patologica ma non dovrebbe succedere con i controlli .... lo direi solo se si presenta l'occasione di dirlo altrimenti il figlio è tuo lo porti nella tua pancia dal primo giorno ..... non penso ci sia bisogno di dirlo .... SCUSATE SE HO SCRITTO IN UN ITALIANO POCO CHIARO ma stiamo prendendo una decisione l'età è troppo avanzate e il mio stato psicologico che in tutti questi anni mi ha accompagnato mi sta davvero devastando

ti mando un mp

Ho un'amica che ha appena fatto l'eterologa con donazione di sperma ed è stata fortunata (è 2 mesi incinta ), però è sposata e pensa di non dirlo, già dall'inizio, infatti, aveva scelto un donatore con caratteristiche quali colori e altezza simili al marito.
Sinceramente non so se sia giusto dirlo o meno, ma sono dell'idea che vada fatto con criterio.
Gli psicologi dicono che andrebbe detto fin dall'infanzia con le paroline giuste e in una visione positiva della cosa.
Dirlo quando sono adulti mi sembra assurdo: ho letto qualuno che diceva di dirlo quando decideranno di avere figli loro...ma proprio in un momento importante come quello credo che uno shock del genere sarebbe più insopportabile che mai!!
Avevo letto un articolo sul web (or vedo se lo trovo) in cui dice che quelle persone che scoprono di avere un altro padre biologico (spermodonazione) da adulti si sentono traditi dai genitori, come se avessero sempre mentito e che la relazione coi genitori può incrinarsi irreversibilmente.

Insomma sono dell'idea: o tutto o niente. O va detto subito e piano piano o mai....difatti questa mia amica non ha deto a nessuno proprio di questa cosa, nemmeno ai genitori, ma solo il marito lo sa.

vedo se trovo l'articolo anche, perchè volevo chiedervi cheve ne pareva se era attendibile.

Era un articolo tipo libero.blog spot....non so se sia attendibile come ricerca.

Per studiare la situazione delle persone concepite grazie alla donazione di sperma e giunte all’età adulta, gli autori hanno preso in considerazione più di un milione di famiglie e poi individuato un campione rappresentativo di 485 adulti in età tra i 18 e i 45 anni. Il campione è stato messo a confronto con un gruppo di 562 adulti che erano stati adottati da piccoli e con un altro gruppo di 563 adulti cresciuti con i propri genitori biologici. “Abbiamo riscontrato che, in media, i giovani adulti concepiti con la donazione di sperma soffrono di più, sono più confusi e si sentono più isolati dalle loro famiglie”, afferma il rapporto. Non meno del 65% di questi adulti si è ritrovato nella frase “Il donatore rappresenta la metà di me”. Persino le madri ammettono di essere curiose sull’identità del padre. Poco meno della metà del campione ha espresso disagio in relazione alle proprie origini, e molti hanno affermato di pensarci spesso. Alcuni hanno detto di sentirsi diversi, come il prodotto di esperimenti di laboratorio, mentre altri di avere problemi di identità. Anche il fatto che nella procedura vi sia stato un giro di denaro rappresenta un elemento di turbamento per molti. Altri hanno espresso disagio per il fatto di essere un prodotto destinato a soddisfare i desideri del proprio genitore, e non meno del 70% ha ammesso di chiedersi come sia la famiglia del proprio donatore. I problemi di chi è nato da seme donato non si limitano alle questioni di identità e di famiglia, ma riguardano anche aspetti medici. Il rapporto sottolinea che da alcuni donatori sono nati dozzine di bambini e che vi sono persino casi che superano le cento procreazioni. Di conseguenza gli attuali adulti, figli di donatori, si preoccupano per una loro eventuale unione con i propri fratellastri, o che i loro figli possano unirsi ai propri cugini. Negli ultimi anni, la questione della donazione anonima di seme è stata molto discussa in diversi Paesi. Le critiche a tale pratica hanno indotto il Regno Unito, la Svezia, la Norvegia, i Paesi Bassi, la Svizzera e alcune parti dell’Australia e della Nuova Zelanda a vietarla, secondo il rapporto. Negli Stati Uniti e in Canada, invece, queste restrizioni non sono presenti. La Chiesa cattolica è fortemente contraria a ogni pratica di inseminazione artificiale, ma – come chiarisce il rapporto – anche se non si condivide questa posizione, esistono ottime ragioni per difendere i diritti dei figli a conoscere il loro padre e a porre fine alla paternità anonima. Lo studio ha anche esaminato i problemi sociali e psicologici. Il 21% delle persone nate da donatore ha affermato di aver avuto problemi con la legge prima di aver compiuto i 25 anni. Le percentuali nel gruppo degli adottati e di quelli cresciuti con i genitori biologici risulta essere rispettivamente del 18% e dell'11%. Risultati analoghi sono emersi per i problemi di alcol e stupefacenti. E i dati non cambiano neanche se si tiene conto dello status socio-economico e di altre variabili. Riguardo i fattori variabili, un dato interessante che emerge dallo studio è che il 36% dei figli di donatori ha detto di essere cresciuto come cattolico, rispetto al 22% dei figli adottivi e al 28% dei figli biologici. Si tratta di un dato sorprendente, osserva il rapporto, considerata l’opposizione della Chiesa cattolica a tali pratiche. Per giunta, il 32% dei figli di donatori ha confermato di essere ancora cattolico, mentre un buon numero degli appartenenti agli altri due gruppi afferma di aver abbandonato la Chiesa.

Segretezza

Un altro elemento di sofferenza per i figli di donatori è la segretezza sulle loro origini. In molti casi i genitori, all’inizio, fanno credere a questi figli di avere legami biologici con entrambi. Quando poi il figlio scopre la verità, si sente tradito e il rapporto con i genitori si incrina. Questo produce un senso di sfiducia, tanto che il 47% di loro ha dichiarato che la madre gli ha probabilmente mentito su altre questioni importanti quando era più piccolo. Questo dato è assai più elevato rispetto al 27% degli adottati e al 18% di coloro che sono cresciuti con i genitori biologici. Risultati analoghi riguardano la probabilità che anche l’altro genitore gli abbia potuto mentire. Non sorprende che una sostanziale maggioranza degli adulti concepiti con la donazione di sperma si sia espressa a favore del diritto a sapere tutto. Ciò comprende sia il diritto di conoscere l’identità del donatore che il diritto ad avere qualche forma di rapporto con lui. Si è anche detto di voler sapere se e quanti fratellastri si hanno. Ad oggi, la legge negli Stati Uniti non concede alcuno di questi diritti. Anzi, essa tutela i donatori e le cliniche della fertilità, a danno dei bambini concepiti. Ma i problemi non finiscono con quello della segretezza. Dai risultati del sondaggio risulta che il 44% dei figli di donatori accetta questa modalità di concepimento a condizione che i genitori dicano la verità e preferibilmente a un’età precoce. D’altra parte, il 36% ha espresso contrarietà anche qualora i genitori dicessero la verità, e l’11% ha detto che sarebbe difficile per i figli anche se i genitori fossero in grado di gestire bene la situazione. In questo senso, il rapporto osserva che “la trasparenza da sola non sembra risolvere i possibili danni, la confusione e i rischi che possono derivare dalla decisione di concepire figli che saranno cresciuti senza uno dei due genitori biologici”. Il rapporto conclude con una serie di raccomandazioni. Tra queste vi è l’osservazione secondo cui nessuna procedura clinica presenta implicazioni così pesanti nei confronti di persone che non ne hanno fatto richiesta: i figli. E si chiede: “Una società sana può creare intenzionalmente figli in questo modo?”. Una domanda su cui varrebbe la pena di riflettere. - padre John Flynn, LC - zenit -