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 Parto dolce e naturale: il training autogeno (metodo tradizionale e RAT)

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MessaggioTitolo: Parto dolce e naturale: il training autogeno (metodo tradizionale e RAT)   Parto dolce e naturale: il training autogeno (metodo tradizionale e RAT) EmptyLun 27 Dic 2010, 13:17

Durante la gravidanza, la donna va naturalmente incontro a modificazioni, che inducono spesso disequilibrio emotivo e paure. Inoltre i normali cambiamenti ormonali possono minare la serenità e il rilassamento mentale. E’ molto utile, per ritrovare il proprio equilibrio e rilassarsi, la tecnica del Training Autogeno, spesso in concorso con altre metodiche. Il Training è efficacemente applicato anche in fase di travaglio e parto.

Sono state approntate diverse tecniche per il rilassamento durante il parto. Tutte puntano a far sentire la donna protagonista, permettendole di gestirsi autonomamente. Tra queste è assai utilizzato ormai il training autogeno, messo a punto dal dottor Schultz. Il metodo originale è stato poi sviluppato da Umberto Piscicelli, che ha ideato il RAT (Respiratory Autogenetic Training). La tecnica originale si basa sull’esecuzione di sei esercizi, preceduti da un esercizio propedeutico, mentre il RAT ha degli esercizi particolari che comunque mirano a far rilassare la donna in modo attivo. Gli esercizi in questo caso sono sette.

La metodica si prefigge un vero e proprio allenamento al rilassamento, attraverso la ripetizione regolare degli esercizi, in modo tale che la donna possa eseguire la sequenza e quindi rilassarsi ogni volta che ne senta la necessità. Una volta imparato il metodo, la gestante è in grado di praticarlo da sola, evitando ingerenze esterne e lavorando secondo i propri ritmi. Gli esercizi sono basati sul respiro naturale e si svincolano quindi da sforzi mentali, il che rende la tecnica naturale e volta al rilassamento. In più l’apprendimento durante la gravidanza si rivela importante anche nel futuro e anzi rimane utile per tutta la vita, aiutando a superare situazioni di stress e di affaticamento mentale, che portano a stati di malessere anche fisico.

Si inizia con il primo esercizio, detto “del rilassamento attivo e progressivo”, che mira al rilassamento muscolare e coinvolge il viso e la parte superiore del corpo.

Si procede poi con l’esercizio “dell’immaginazione e della propriocezione unitaria del corpo”. La propriocezione è definita come la capacità di percepire il proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, senza l’ausilio della vista. In questo esercizio infatti si chiede al soggetto di immaginare la successione delle figure effettuate nell’esercizio precedente, in modo da distendere il proprio corpo senza doverle rieseguire. Viene poi visualizzato il corpo dall’esterno, immaginandolo visivamente rilassato, per poi cambiare la prospettiva interna e avvertire sensazioni come la pesantezza ed il calore.

Nel terzo esercizio “dell’immaginazione e della propriocezione frazionata”, ci si concentra su varie sezioni del corpo, immaginandone le sensazioni muscolari dall’interno (braccio destro, braccio sinistro, gamba destra, gamba sinistra, addome, perineo, torace, collo, viso). Si inizia a percepire il movimento naturale associato alla respirazione.

Segue poi l’esercizio “dello spazio pieno”, in cui, dopo aver visualizzato le figure precedenti e aver scelto quella che maggiormente aveva provocato rilassamento, ci si concentra sulle zone speculari del corpo (ad esempio le mani), cercando di raggiungere la propria propriocezione. Si visualizza il respiro che entra nel corpo e lo riempie.

Nel quinto esercizio “del respiro autogeno o della commutazione respiratoria” la propriocezione frazionata lviene sostituita pian piano dalla consapevolezza del respiro e poi dalla sensazione dello spazio pieno. Ci si concentra poi sul respiro, che riempie il corpo. Tutto il corpo si dilata e si contrae al ritmo del respiro, tutto il corpo respira.

Nell’esercizio numero sei “delle risposte paradossali” si ascoltano le variazioni del respiro di fronte a stimoli di disturbo, che si generano battendo le mani oppure suonando uno strumento a percussione.

Nel settimo ed ultimo esercizio “del condizionamento semantico e dell’abitudine alla contrazione uterina” si simula l’arrivo delle contrazioni uterine in concomitanza col battito delle mani.

Alla fine dei sette esercizi si esegue l’esercizio della ripresa, che consiste nel muovere le dita, poi le mani, poi i polsi, i gomiti, i piedi e le gambe, finendo col riaprire gli occhi, che sono rimasti chiusi per tutto il tempo.

Si inizia a praticare gli esercizi del RAT dal quarto mese di gravidanza. Alcuni ritengono però che la sequenza dei sette esercizi sia difficile da memorizzare e da riprodurre durante il travaglio senza un terapista, ragion per cui molti preferiscono insegnare la metodologia tradizionale di Schultz, più semplice.

E’ molto importante imparare la tecnica del training autogeno sotto la guida di professionisti esperti, in grado di adattare il metodo alle necessità. Il training permette di controllare durante la gravidanza gli stati emotivi della gestante e di darle un equilibrio che possa servire anche alle fasi post parto, limitando ansie e paure. La tecnica si è rivelata anche importantissima per ridurre i fastidi fisici connessi normalmente alla gravidanza che possono essere amplificati dallo stato emotivo, come ad esempio nausea, insonnia, dolori da postura. Importante inoltre l’azione che svolge volta a disperdere meno energie possibile, in modo da poter rispondere alle aumentate esigenze del proprio stato.

Le tecniche base possono essere anche integrate per aiutare la donna a concentrarsi sulla parte positiva della gravidanza, accettando maggiormente e più facilmente i disturbi naturali e i cambiamenti meno graditi. Inoltre esistono esercizi che consentono una più rapida abitudine al mutamento di ruolo che la donna affronta con la gravidanza e il parto, aiutandola ad accettarsi limitando al minimo paure, incertezze e insicurezze. Le tecniche di training infatti stimolano la produzione di endorfine, che contrastano ansia e stress e aiutano a controllare il dolore. Importante anche la regolazione degli impulsi nervosi che provocano la nausea. Nel contempo viene ridotta l’attività del sistema nervoso vegetativo, cosa che riesce a diminuire le risposte alla tensione da parte dell’apparato muscolare (come per esempio i crampi) o digerente.

L’efficacia del metodo è ovviamente legata alla costanza e alla forte motivazione con cui la donna esegue gli esercizi.
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